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T K I M 0. *7 SCENA XXI Jfmeno, Antonino, Marzia. £//«. S ire, Signor. Che arrechi 2 Parte Pnblio dal Tebro,e feco parta Con Cameli, Elefanti Onufti di trofei, carchi di foma, Tefori, immenfefpoglie, cmeza Roma, Jlnt. Sì ! farò, che fpogliato Quello fupeibo indegno Nudo, e mendico oggi s’inuoli al Regno . Reda ò cara , mi chiama La foperbia diPublio Sù la Romana fede . Mar.Tù parti? Ant .Sì mio ben. l’vnico oggetto Sei del mio cor.(àGiuIia porco il picdejrr* sì. Tra le fiamme , che tufcocchi Arderò Curzio fepolco. Sarò Muzio in sì bel volto, Nouo Alcide in quei begl’occhi » , SCENA xxu. Marzia, Elio, /fmeno , E Lio, qua mi portai Per vagheggiar lo ftral^hetu mi fcocchi Aquila inamorata in que’-pegli occhi,. Ijm.Se Marzia afeende a! Trono Imperatrice , Elio farai felice, partt, Si. Ti lafcio Idolo mio. Caajon di Reojo impero B i ATom-