T R 1 M . 0. 15 Che d’vn pudico labro, La macchia de Phonor l'Oltre non loffie ? Che dirà ii Mondo; Giù/,Ch’opro . Da Saggia. ™ntp. E Saggia appelli Alma Impudica ? Gi»/.Folle è quel cor,che lafcia Sorto'emica ; romp.Ti punirà Petcfna delira vferite . G/'«/.Per hauer libertade il tutto lice . P<?«;/>.Tronca gl'imputi accenti, ò del mio ho- Carnefice inhumana . ( notc Tiì Giulia ; tùRomaha * Tù di Pubim Germana; ( r ia Vanne,ò Donna infedel Ma almen di à-Phc- Chc vn Rè lafc#no,vn mio Nemico abbracci, Giulia è Rcina,e Pompeian trà lacci ,• SCENA Vt Giulia. Ifmeno. S Enti, Ifmeno Verrò! mà annetti bepc, ’Che ne la Reggia i voglio Tragger’occttfta, e fcónofcitira il piede. Così 1 decoro, e Phonor mio richiede . Jfm.ln habito mentito 6 ' Al Cefare di Roma Cauta ti condurrò celata, e ignota. Oggi à tela Fortuna offre lajfcot#, '■>*>* M. bafta anerlo Amante Per dargli quello cor . 1 A. ■ Io riftretta nel ftio petto Da gl'i ampleffi e dal dilettò Saro Vittima d’Amor, a Mibafta,&c, 1 Mi bafta la fua Fede 1 per dargli quello fen . Sarò