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CAPITOLO QUINTO i libertà del movimento, resta determinata la for ma precisa della tunica greca. La semplicità, la sobrietà, la ragionevolezza di questa maniera d’abbigliarsi, come d egni altra piacevole o necessaria abitudine della vi ta, si era resa costume nella Grecia e produsse il migliore effetto nell’arte dell’imitazione. Co noscevano i Greci come la bellezza delle forme ignude era quella che attirava l’avidità d’ ogni sguardo ed era il mezzo per giugnere ad otte nere un grado distinto agli artisti che meglio sapevano imitarla, mantenendo per conseguen za sempre viva l’emulazione fra le arti e la na tura , e ponendo una grandissima cura nell’ele ganza della persona, acciò di continuo, e stando e movendosi, servisse di modello all’artista. Ove poi non era assolutamente concesso il preferire la bella nudità delle membra, sovrapponevano a quelle tali panneggiamenti, che ascondessero il meno che fosse possibile la grazia e la svel tezza delle forme, e sotto di questi stavano in dicate le belle tracce della natura, velate da morbide pieghe di cotone, di lino o di lana, le più proprie ad assettarsi al corpo ed a piegare ad ogni suo movimento segnandone i dolci con torni . Difatti con quanta venustà non discen dono le pieghe al di sotto d una cintura, che raccomanda le vestimenta di una statua greca, o sotto il petto o al di sopra appena dei fian- E' neces sario tra vedere sot to le vesti le forme del nudo .