16 dato persino che memorando alcun passa di scrittore letto di recente, pel coincidere nelle sue opinioni su quell’argomento, ci siamo ap- propriati il suo pensare e il suo dire, ometten do forse anche di citarlo ; della qual colpa po trebbe sapeici grado chiunque, nel modo stes so che noi provammo sodisfazione in 'vederci di sovente imitati, copiati, e studiati da tanti contemporanei, sia che abbiano citate le pa gine della nostra Storia, sia che le abbiano ta ciute. Non si tratta di carpire il merito delle invenzioni per ottenere una privativa, non si tratta del primo volatore, o dello scuopritore del nuovo mondo, o del trovatore di un piane ta nuovo. E anche gli stessi nostri censori po trebber trovare nei nostri scritti alcuna cosa utile alle loro ricerche, e riputeremmo bassa e risibile gelosia di mestiere il querelarci se gio vandosene a loro talento credessero appropriar- sela; cosa a cui i letterati Italiani sortosi or mai già troppo accostumati. Egualmente potrebbe qualche aristarco af facciarsi coi precetti imposti allo Storico, e rimproverarci che ci siamo di troppo estesi su alcuni punti che volevansi meglio circoscrive re con termini più magistrali e più forti; che abbiamo dato troppa importanza ad oggetti ri putati di poco conto, e che abbiamo dato acco glienza ad un infinità di episodii i quali hanno