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CAPITOLO QUARTO usanza d'ngni uomo e d’ogni nazione) facevano se stessi modulo e misura di umana bellezza , in quella guisa che i paesisti olandesi tenendo il tuono delle loro arie freddo e nebbioso tro vano esagerato quello dei paesisti italiani ; e il purpureo tramontare del sole nella Campania o nel Lazio viene da loro più raffigurato ad una meteora occidentale che ad uno stato ordina rio di bellezza del nostro clima. Risentono gli Egiziani alcun poco delle forme degli Etiopi loro vicini, hanno un colorito piuttosto cupo cagionato dall’ arsura cui sono sottoposti, e se condo un’ antica osservazione , avevano insino l’osso della gamba curvo e piegato all’infuo- ri ( 1 ). Scorgesi in generale dalle loro statue come le figure di donna fossero strette sopra i fianchi, avendo rilevatissimo il petto, cose tutte che per 1’ abitudine degli artisti nel ricopiare materialmente la natura non attestano nelle ope re loro alcuna alterazione per parte dell’ im maginazione o dello scarpello. Ebano dice, che a’suoi tempi era impossibile di trovare una don na egiziana di belle fattezze, e Ammiano Mar- cellino chiama questi popoli gracili e secchi : Hornine s ciutem Aegyptii plcrique subfusculi sunt et citrati, magisque mwstiores, gracilenti et aridi, ad singulos motus excandescentes,con- ( i ) Arislot. Prob. Sect. i4- N. 4- Pignor. Mensa Isiaca.