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SECO DO. li Or. T’in«anni. Rof. Taci , noti puoi dir cosi. E chi e Colei, che à quelle foglie intorno In habìto viril ti vi cercando ? Or. Mè? R-Sì. O- ( Numi, che intendo . Ififile farà, mi in quella Reggia Come fi transfert).' R- Parla, rilpondi, et». Qual machina riuolgi entro il penfiero ? e à Or .Mi qual bella.R.Qual bella eh.'ah men/.o- T’muoloàle catene, (gnero. Tirapifcoàia Parca, [• I E tu celarmi tenti | La fiamma de! tuo corro.Nó ardo.R.Meti. ! Or.Ecco il Tiran.R.Nó ti turbar.Or.Deh bella De l’adirato cor fpegni le faci. Rof. Non fauellar , tu folo afcolta, e tacj. SCENA XX. Amcrtontt, Silen«., Rojìclea, Or iti à'Iparte. di /"''Gl bel ciglio il cor m’impiaga, Se col crin m’incatenò. Sii. Non hi il Mondo la più vaga ■ni Di colei, che t’infiammò . Rof. Mio Rege. An. Anima mia. Morì ancora il felloni’R.Sp rò l’iniquo, Quelli àpur.to. chemiri Etiope Arciero Guari non hi,che gli recò il veleno. (Amor tofco pegg ior è quel, eli ’hò in Ceno) ] An. Or palma ds l’audace e! ‘ Rito r ni‘,Idolomio.qualnoua Aletto fui? • Fuor di fotterra ad agitarci il petto i rui? : Or.fViùo perla tua morte à tuodifpetto . ) C a SCE-