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74 ATTO Di un Re far voi potete Uno fchiavo > e un tiranno. ) Grazie, Areta, al tuo fdegno, Che in mio arbitrio lafciafti, Il gaftigo , e’I perdono. Ar. Ma falvo Selinunte, Di. Amici., egual dettino oggi vi attende. Dividervi non poflo. Ambo morrefte, S’anche un (òl condannai!!; E farei più crudele In dar la vita a un folo, Che la morte ad entrambi, Mr. Aimè! ) Ar. Che afcolto ? ) Orsù : diflipi ornai gioja i timori. L’un dono a l’altro. A me vivete, ea vol-^ E fé luogo aver poflo Ne la voftra amirtà, fui voftro labbro Il bel nome di amico , Più che quello di Re , mi farà caro. Sarò il terzo tra vdi ,* E a voi darò in mercede Un cor (Incero, un’ immutabil fede. Se. Deh ! qual bontà ? Signor, un sì grand’atto,. Non che noi, ti fa amici uomini, e Dei. Me. Sire, in tanta virtù giuflo è ch’io t’ami; Ma a mifura del merto , invan lo (peri. Er. Gioje de l’alma mia , temo ingannarmi.) (f Dionijìo fcende dal fuo pojlo. ) Ar,