dramma Per Musica, Da Rappresentarsi Nell' Imperial Favoritata, Festeggiandosi Il Felicissimo Giorno Natalizio Della ... Maesta Elisabetta Christina...L'Anno MDCCXXI...Per Commando ... Di Carlo VI. Imperador De'Romani Sempre Augusto
> ATTO Con la fede, e con l’amore. A la forza, &c. SCENA III. Timocrate $ ed Areta* J^Iglia, tu gli occhi abballi, eftaidolente? Ar. Del mio deftin la dura legge intendo. 37. Di Nicandro l’amor tanto ti è greve ? Ar. Veder che tu l’approvi, è ’l mio dolore. Til. Egli in Corte ha favor. Di Siracufa Commeffe a lui fon la cultodia, e l’armi. Giovami averlo amico. Ar. A collo ancor de la mia pace ? Ah padre. Ti. Orsù: ti acheta. Non temer, ch’ioltenda Sovra il tuo cor 1 autorità del cenno. Non ti sforzo ad affetti. Sol ti chieggo lufinghe. Fingi in mio prò. Ar. Refpiro. A me fia lieve Ingannare un’ amante : Che ad accorta beltà non colta molto L’arte del labbro, e la bugia del ciglio. Ma qual prò da l’inganno Q Ti. Quale? Sincerità fà pochi amici: Molti accortezza ; e le fortune han corlo, Dove l’applaulò popolar le fpinge. _ Ar. Non i molti, cred’ io, ma i veri amici Fan la Itabil fortuna. •