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62 ATTO Ni. E'degno di pietà; ma non di vita. Manchi a fede, fé indugj. Eccone l’ora. Chi in ortaggio reftò , fua volle, e fece L’altrui pena, ed error. Giulio è che mora. Non perdonar. Il mifero Tien qui del reo la vece ; E quella legge ei fece, Con cui fi condannò. O una pietà fperata Ardir gli diede al rifchio ; O un’ amiftà infenfata Il fuo deftin guidò. Non, &c. SCENA II. Selìnunte con guardie , e i Juddetti, Di. SElinunte, già puoi difporti a morte. L’ ombre premono il giorno , E Meride fi abufa De l’amor tuo. Di me fi ride offefo : Di te fchernito. In lui Darei con pace la mortai lèntenza. In te la do coftretto ; Ma coftretto da te , che reo ti fedi, E debitor de l’altrui fallo, e pena. Tu, prima di morir, dì, fe far porto