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•lòi 61 §£g- « QQoé»e©©Qeo©0ee©sa£oe)©s©£O ATTO Q_U1 N T O. Antifala. D, SCENA I. Dionifìo , e Nìcandro. Di. JL ^/llnque ad infamia per timor di morte Meride fi abbandona ? Il fai tu certo ? Ni. Signor , con Ericlea Jo poc’ anzi il lafciai. Ne’ fuoi (cordato Teneri affetti, a lui più non fovviene Nè la fua gloria, nè l’altrui periglio. Di- A l’amico ceduta Ei non l’ama, o men fama. Ni. Il cederla era un’ arte Per farla fua. Non Tempre è ge.nerofo Chi affetta di parerlo. Di. In lui dunque amiftà fu Tempre inganno ì Ni. Prova de l’amicizia è la coftanza. Quella che può mancar, non fu mai vera. Di. Mifero Selinunte ! Io qui l’attendo. Ni.