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60 ATTO Q_U ARTO. Nolfalvo? No. Già piega il giorno. A mòrte Forfè or vien tratto. Or forfè Al feralpalco .... Aimè! Febo, iltuocorfo Non affrettar. Da me difefe in guerra, Mura, apritemi un varco. y Re, tu fofpendi il cenno: Tu la fcure, o Miniftro. Ecco già vengo. A me quel ferro. A me quel colpo. Io porgo Il collo. Io piego il capo. E col nome fui labbro Di Selinunte.... Ah ! eh 1 io vaneggio ; e intanto Vola il tempo: il mal preme: ilrifchio crefce; E nuoce il difperar. Deh ! che far deggio ? Degno ne fon, fe col mio duol vaneggio. Nel grave periglio Fermezza, e configlio : Non ira,e dolor. Lo fo , iniqua forte : L’amico va a morte : La fede è tradita ; Perduto è l’onor. Ma tutto falvarmi Può ingegno, e valor. Nel, &c. Fine dell’ Atto Quarto. ATTO