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QJ1 ARTO. 59 Meno ti temerei. Sacra amiftade, 1 più teneri affetti ecco a te fveno ; E ciò che il nume tuo da me richiede, Tutto core or mi trovi, e tutto fede. ^ Incamminando/! per entrare nella Citta , vede ? 2 almarfi il ponte, e chiudergli/! in ejja l'entrata. C Che veggio? Il ponte alzarli .... Al piè chiuderli il varco .... Aimè ! Fermate. A me tocca morir. Ma qual da l’alto Strai mi fi getta, e di quai note imprelfò Foglio ?... Che farà mai ? Sciagure, e mali. < Vedeji cadere al piede una freccia lanciata a •< fuor delle mura, alla quale fla legata una C * lettera , che vien raccolta e letta da lui. ) Meride , in Siracufa entrar ti è tolto. ( Legge. ) Morir deve in tal giorno Selinunte di ferro, e tu di fcorno, (Dopo letto fla al quanto fofpefo. ) Tradimento efecrabile ! Non uomo : Demone, o furia il concepì. L’amico Non potea de l’amico Carnefice mai farli. Si è trovata la via. Di Selinunte Cade recifo il capo, E Meride il recide. Il Re, le genti Che ne diran ? Che Selinunte? O Dio! Qui potellì morir! . . . Morir qui poffo: Ma non falvo l’amico. Noi