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46 ATTO SCENA X* Selinunte , e Nicandro. ,E< Ni. t^Gli parte. Tu refti. Io ti compiango, Se. Di pietà farò degno, a l’or che e’rieda. Ni. E’1 credi tu ? Se. No, Te Nicandro ei folle. Ni. Meride è troppo faggio, onde più torni A quel, cui ti abbandona, ultimo fato. Se. Ciafcun mifura altrui col proprio core. Ni. Prevale ad ogni affetto il proprio amore. Se. Affretta, o tempo, a l’ore il corfo e’1 volo.. Un bel momento folo \ Per me vai cento età: vai cento vite. Felice il mio deftin , venture genti, Se la metà pofs’io Più cara del cor mio, Morendo prefervar : felice il dite. Affretta, &c. SCENA XI. Nicandro, e poi Ericlea- * NÙ^Fortunato Timocrate ! ti è tolto, ( I ' { x Con che placarti, ombra infepolta ancora. r Vittima ti fi apprefta :