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TERZO. Nè giuftizia fi dolga. O a la tua pena Verrai , perfido core, O vivrai fenz’ amico , e lenza onore. C Pàirte feguito da Nicandro.) SCENA IX. Nferide , Selinunte, e poi Nicandro. àie. SElinunte, ti lafcio ; e non mi abufo Di quelli, dono tuo, cari momenti. Deh ! non perderne il merto . Con un lolo timor* &e. Meride, amico , Donami la tua morte, e fon beato* àie. Amico tu non m’ami, (Nic. ritorna. ) -e perfido mi brami, e fcellerato. to'. Meride, a tuo piacer rimanti, o parti. àie. Tornerò. L’amor mio noi chiede a te. àie. Ma la fede il chiede a me: E tu dei più che la vita, Ne l’amico amar l’onof. Per amico aver vorrelti Un ingrato , un traditor ? Torto è quello , e non amor. Tornerò, &c. SCE-