Volltext Seite (XML)
ATTO Farò, che fcorga Selinunte , tf’l mondo In Mende l'amico , e hon l’amante. Di. Hi detto avria, che con sì franco afpetto, F, caldo ancor de l’altrui ftrage , ofaflì Por piede in quelle foglie, onde non efce Un reo che condannato ? Timocrate ucciderti. Il tuo delitto Ti maniferta. E fu chi vide il ferro, E’1 colpo , e l’omicida, O comando fchernito l O rotta fede ! o mille colpe in una ! v Tutto era poco. Io non fapea l’uccifo, E a l’uccifor porgea le braccia, e a l’ora Ne facevi in tuo cor giubilo , e fefta. Ma poco ne godrai : eh’ oggi avrai morte. Me. Non attender, Signor, che in tal delfino Tenti dilcolpa, o grazia implori. A morte Troppe volte andai contro, Per averla a temer: nè perdon chieggo, Dove error non conofeo- Se Timocrate uccilì, Provocato l’uccifi. Il tuo comando Potca farmi obbliar le andate offefe, Dioni/to y e i Juddettù