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i ' ATTO Per te dende l’invitto Dionifio le leggi a più gran regno. Il men n 1 è Siracufa. Ti. E ver : ma di tant’opre ove ne iella La memoria (colpita? Mende, e Selinunte han lìatue, e marmi : Timocrate non gli ha. Ni. Tu Tempre avelli Nel regio affetto il primo grado; e folo-*-- Ti. No: vi ho compagni. In breve . Vi avrò maggiori. Chi a cader comincia Nel lubrico, e ne l’erto , è già caduto. Ni. Mai sì turbato il tuo gran cor non vidi. Ti. Nè di turbarmi ebbi cagion più giuda. Meride, e Selinunte Ne l’amor di Ericlea mi fon rivali. Qual di loro fedotto N’abbia Yamor , noi fo. Certo l’un s’ama : L’altro fi foffre ; e lo (prezzato io fono. Ni. Più felici che forti, Tornano entrambi a Siracufa. Ti, E premio Di facile trionfo, Chiederanno le nozze a me dovute - De la bella Ericlea. Ni. Deludi il fa do Col prevenirlo. Il Re da te richieda Qual potrà ricufarla? o a te negata Qual concederla altrui? ' .