Volltext Seite (XML)
45 A T T O II. SCENA Vili Lucilla, e poi Lucio Vero con Guardie. Ludi. T a iFiglioIa d’Aurelio Ls Non (offrirà giammai fi grave feorno. Lue. Ve. Guardie, a me Vologefo. Ludi. Cefàre ! Lue.Ve. Principerà! Ludi. E farà vero, Quel che poc’ anzi a me dine Aniceto? Lue.Ve.Sii Lucilla, confefTo, Amo sì Berenice. Dimmi Spergiuro, Perfido, Mancator, nomi, che tutti Convengono al mio eccedo. Son reo convinto, e mi condanno io fteflb. Era fra noftri cori Una fegreta Nemiftade, e come Io non t’amai, tu non m’amarti. Ludi. Ah iniquo, Perfido menzognero, io non t amai? Come puoi dirlo? In quefto In quefto punto ifterto, Che rifiuti il mio amor, temo d’ amarti. E quefta è la mercede ? Lue. Ve. E ancor non parti : Ludi. Ah perfido , di pena . . Ora tifa, che'meco parli, il veggio: Con Berenice fei, non con Lucilla > Vanne ove ella dimora, Vanne (eco a gioir de miei tormenti, Ma in mezzo a- tuoi contenti, Temi, chi fa, di rivedermi ancora. Non