ao ATTO I. o) Meglio nel nuovo giorno Farò noto il mio core. Andiamne intanto De miei trionfi ad ammirar la gloria. (.parte.) ludi. Sieguo, Augufto, i tuoi palli Tua Ipettatrice infieme, e tua vittoria. SCENA VI. Flavio, e Lucilla. Flavio. TTrincipefla, al fofpetto ... JL Di Roma aggiungo anche i folpetti miei. Infedel io direi - - - ludi. Con van timore Non turbar il mio amore, e la mia pace: Ccfare m’ è fedel: Roma è mendace. Non v’ è più barbaro, Di chi non lente Pietà del mifero Amante core, Vicino a perdere L’ amato ben. Gl* altri rn uccidano, E ’1 Fato rio, Ma non dividano Dal feno mio Colui» eh’ è l’anima Di quello fen. Non v’ e &c. SCENA VII. VlaVio folo. , A ffetti di Lucilia io vi compiango,* Lufinghieroj ed ingrato Ciefare vi tradifee. O’ già fol Ietto Per voi dentro a quegl’occhj odio, e difpctto. nerbar