Volltext Seite (XML)
38 A T T O II. Beren. E chi non sà, che fi bel giorno è fciclto Per coronar Lucilla ? Lue. Ve. Nò, non avrà Lucilla Parte nel trono mio, s* ella non ebbe Parte mai nel mio cor. Ben da quell* ora, Da quell’ora fatai, in cui ti vidi, Di quel tremolo ciglio , e sfavillante Senza trovar pietà divenni amante Breen Cefare, io molto udj, tu molto ai detto, Se t’ afcoltai, fe tacqui, il mio filenzio Al mio offequio donai, non al tuo affetto. Ripigliati il tuo dono; S’anche folle maggior non poflo amarlo t Sol perche tu me 1’ offri, La mia gloria, il mio onor dee rifiutarlo. Lue. Ve. Regina, irriti Chi può farti obbedir, benché ti prieghi.' Penfà, e non conligliarti Con la tua crudeltà. Qualche momento Dono ancora al tuo orgoglio; Ma riccordati al fin, che pollo, e voglio. SCENA III. Vologefo, e Berenice. Velog. Opofa, de noftri mali O Non è fàzio il dettino. Beren. Sia la noltra coftanza Suo rimprovero , e Icherno. Volog. Ma chi può del tiranno Involarci agl’ infiliti ? Beren. li mio coraggio, Sarò, non dubitar, qual fui, qual fimo, Qual tu m l brami, o caro. (parte*) SCENA