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rie dai primi artisti che restaurarono l’arte della pittura, venendo eglino a gara cosi coi primi restauratori della scultura da’quali rice vettero impulso. Pisa allora potente, ricca e abbellita delle più insigni fabbriche che fosse ro state elevate in Italia, chiamò da ogni parte ove fiorivano i più chiari pennelli onde emu lassero il valore di quegli scultori che gli ave vano preceduti. E Giotto e Bufalmacco da pri ma, poi Simon Memmi, l’Orcagna, Antonio Ve neziano , lo Spinello, Taddeo Battoli e Benoz- zo finalmente, quantunque d’un secolo poste riore a quei primi, furono i principali autori di una preziosa serie di pitture che a fresco ed a tempera si eseguirono in quei grandiosi com partimenti . L’ emulazione con cui lavorarono uomi ni allora si chiari influì moltissimo alla perfe zione delle opere, e fu convertito il cimitero in un vero ateneo, dove sfoggiarono i prodot ti degl’ ingegni italiani con progressione rapi dissima e diedero in poco tempo una viva e parlante storia delle ar ti elevale prodigiosamen te a segno da eccitare una profonda venera zione ne’ secoli futuri, come fanno tutt’ ora malgrado le onte del tempo e l’incuria con cui vennero custodite. Ma giacché è sempre in qualche modo op portuno un soccorso, benché tardo, ed è me-