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LIBRO SECONDO l'itturc del Campo santo. le di essa, o altrove negletti e dispersi, furono con santa provvidenza trasportati nel Campo santo sotto le arcate. Stanno questi ivi rim- petto alle preziose e antiche pitture, quasi ac cendendo la disfida delle due arti che offerse ro fino dall’ età prima utili modelli peri’imita zione e possente eccitamento all’ emulazione negli animi di Niccolò e di Giovanni e in fine di Andrea e di Nino, i quali possono riguardar si cornei primi veri restauratori della scultura. Questo era illuogoovela generosità deiPisa- ni poteva erigere una memoria ai mani di Dante e placar la sua bile irritata, togliendo all’ Italia 1’ onta di starsi indolente per tanti secoli alle querele d’ ogni straniero, che con troppa ra gione ci rimprovera 1’ ombra profuga, errante del divino poeta priva quasi dell’ onor della tomba. Equi l’arte dedalea pareva che avrebbe dovuto eternare con quanto splendore ornar mai si possa la memoria degli antichi scultori che in Pisa ebbei'o vita e che primi richiama rono le arti tutte al prisco splendore in Italia; scultori a cui più debbesi che ai sommi che vennero di poi e le cui lapidi anguste a noi conservano appena quasi di furto i nomi più cari. Furono dipinte in ogni arcata interna del ci mitero cosi decorato le storie del nuovo e del vecchio testamento con molti simboli e allego-