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non poche m rinvenissero appartenenti ad an tiche demolizioni, sappiamo che quando Fer dinando de’Medici dopo l’incendio del tempio ne ordinò i ristauri, vennero da esse due isole tolti diversi fusti, che tutti non si recarono so praluogo, ed uno vedesi rimasto presso la spiag gia del mare in quella del Giglio, e alcuni al tri nell’ isola dell Elba coll iscrizione opera pisana. Cinque navate per il lungo e tre per i! largo dividono la basilica in forma di croce latina, tutte sostenute dalle colonne indicate, e nell’ uno e nell’altro braccio la nave di mezzo si eleva con molta maestà dalle inferiori. La nave maggiore è coperta a soffitto d’intagli e le mi nori a volta, e vi sono praticate logge o galle rie che girano intorno a tutta la chiesa, restan do aperto ad arcate il gran muro che divide la nave di mezzo, di maniera che oltre l’ottener si il grato spettacolo della vista di tutta l’inter na chiesa dalla parte superiore, si corregge in qualche modo lo sconcio della nuda altezza del muro maggiore, che dagli archi alla soffitta offrirebbe una dimensione eccessiva ed inaratis- siina. La maggiore lunghezza del tempio, dalla soglia della porta maggiore alla parete della tribuna, è di braccia fiorentine i65; la lar ghezza totale delle 5 navate braccia 55 di cui -il formano la nave di mezzo, la quale è alta brac. $7; la lunghezza poi della nave tran-