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Wolfgang Amadeus Mozart CONCERTO N. 10 IN MI BEMOLLE MAGGIORE PER DUE PIANOFORTI E ORCHESTRA K. 365 Fra tutti i generi musicali a cui Mozart si interessö, il Con certo per pianoforte e orchestra occupa senza dubbio un posto fondamentale. Ne compose ventitre, di cui sei risalgono agli anni di Sali- sburgo (1773-1779), gli altri al periodo trascorso a Vienna (1782-1791). II concerto per due pianoforti e orchestra K. 365, scritto nel 1779, rientra dunque nel primo gruppo. E noto che Mozart iniziö la sua precoce carriera musicale sul clavicembalo e che negli Ultimi decenni del ’700 questo strumento, nella pratica esecutiva, era intercambiabile con il pianoforte. Questa particolare caratteristica vale an- che per il concerto K. 365. Il pianoforte comincia in quegli anni ad imporsi come strumento protagonista, non tanto per la sua inlensitä so- nora, assai modesta, quanto piuttosto per le sue qualitä espressive e per le sue potenzialitä dinamiche. Il concerto acquista progressivamente una dimensione drammatica anche nel senso teatrale del termine: il pub- blico attende I’entrata in scena del solista, come se fosse un nuovo personaggio che fa il suo ingresso nell’opera. Si crea in questo modo un vero e proprio dialogo fra i solisti e l’orchestra e la partecipazione di quest’ultima e intesa come collaborazione sinfonica, non piü come semplice ac- compagnamento. Nel Concerto K. 365, che Mozart scrisse per se e per la so- rella Nannerl, il dialogo si svolge su un duplice piano, non solo fra l’orchestra e i due pianoforti ma anche fra gli stes- si strumenti solisti, quasi a voler sottolineare - se non pro prio a rappresentare - l’intimitä dei legami esistenti tra i due esecutori. Il trillo all’unisono delle tastiere segnala l’ingresso dei solisti e testimonia che la componente oppo- sitiva che caratterizza il genere concerto, almeno secondo il suo significato etimologico, in quest’opera si attenua e si sfuma in un continuo dialogo e in uno scambio di doman- de e risposte nell’arco dei tre movimenti. La parte deH’insieme orchestrale, sapientemente dosata rispetto ai momenti solistici, risente dello Stile sinfonico dell'orchestra di Mannheim (sorta nell’ambito della corte dell’Elettore Karl Theodor) basato sull’accentuazione del le potenzialitä espressive, attraverso l’uso dei crescendo e di altri effetti dinamici. Il risultato c una trama musicale gradevole e gioviale nel- VAllegro, sentimentale ne\V Andante, umoristica e trasci- nante nel Rondo finale.