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2 ho in questo selio accolto, ' e un gelido sndor mi bagna il volto. Mä alcun s’app'ressa! il Prence quest’e. Ah vieni, mia vita! i cari figli miei corro a prender veloce. Aifonzo. I Figli? oh Dei! E fia ver ciö ehe udij? Non era a questo tremendo colpo riserbato il core. Oh indegno figlio! oh mio crudel rossoYe! Ines. Eccomi, o caro, abbraccia questi pegni infelici d’un amor sventurato! D. Pietro. Ines! Ines. Qual voce? D. Pietro. Sposa! Ines. Che sento? Ah Prence! traditi siam. D. Pietro. Che awenne? Ines. D’altri in preda son’io. D. Pietro. Chiunque sei, palesa il nome tuo, dal braccio mio non fuggirai la morte. Il saiigue Alfonzo. Ola! Ines. Misera me! V. Pietro. Gran Dio! A tre. Qual sorpresa, quäle incontro! . jspirando ) Palma mia sta. D. Pietro. Che mai penso in tal momemo! Ines. Che far debbo in tal cimento! Alfonzo. Che risolvo, oh Ciel! ehe fd? Ines. I Mi si gela il cor nel seno, D. Pietro f freddo orror m’ingombra giä. e Alfonso. { Un fatal., e rio veleno a. 3. J serpeggiando in sen mi stä.