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•ano e à ni S E C O N D Q, , ♦ Italo Re, che di Fortuna or vedi Doma fotto ii mio pitda lafoperbaceruice; Quello fon io, che aborre Il Nume de la forte : Tu pur vinto cadérti ; e apprendi al fine v-he vna cieca bendata Ai precipizi è fcorta, e à le mine. Car (Egl'è il guerrier, ch’io diedi A 1 perigli de l’acqne.) O^ieni o indegno fra i Ribacia quel bran d©> Che ne i campi guerrieri Arbitro è de i monarchi, e de gl'imperi. c *rl. Per Nume del trion fo Non conofco il tuo ferro, ad inchinar/» l-.alma d’vn Rcnon moue : Solo il fofgor fatai è in manoàGioue. O/i. Menti : e fe fregili ( c , n J t Vmiliarti al ferro, J Che piagò Regni, e yinfe Regi in Campo Ju ^ “ ,r ? rancosc * n degnoillarnpo. ^ Ferma o altero guerrier, chi c Re non fofFre,. J-he aia reai prefenza Icmi, ^«'altro Ri «offenda B/*- E tiranno cofhii . Non tocca a l’vomo ► - , chi è Nume in terra . Deprefso è dal mio ferro. Lt,c - Chi è da noi riuerito Merta gl'incenfi, e i voti. v vilipenda, empio nimico altero'. Chi è di Carlo nimico q .Nimico è à Lucimoro V • c . fli 1? ’ è P re / ent e, odalo il mondo 0 nimico à colui, che Italia adora e 1 e .} erno » e tuo fe’l brami ancora. "*e furili, la Jj/ada, t minaciand* ancerdice, ? 3 Stringo