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3 m ©aale b c $ ©croanblpaufeä ©onnerflagS, ben 16. ^pril, 1795. €rftcr XfjeiL (Sinfonie, von Diofettü ©eene, von ©arti. (SOtob. (SdjicBt) Dove, ahi! dove fon’io ? Qual tetro orrore, quai tenebre, quäl luogo! E quali oggetti, tutti funefti, In ogni parte io miro! . . . Le gelide, ch ? io fpiro Aure di morte, il tetro apparato lugubre . . . II nutne orrendo... Fara fanguigna... I barbari miniftri, e ilfilenzio feral... Tutto mi parla della miferia mia; Tutto predice alF agghiacciato cor, Che F ora eftrema giunge del morir mio. Diletto Arlace, perche tardi ? Ove fei 1 . . . Da quefte braccia Ti ftrapparon gl’indegni, fol col pianto, coi dilperati gridi i feguitai. Deh! per pietä, _ Mia vital vieni, t’affretta, vola, (JOIlCCtt, «nf her Xeraett, von snojqrt Conte. Mandina amabile! Quefto danaro Prendilo, tientelo Tutto per te. Mandina Oh corne fiete Graziofo, e caro! Quante monete! Tutto per me? Ed il tuo ben, F anima mia confola Adorata mia fperanza! Perche mai t’arrefti ancora? Quefto cor ehe si t’ adora, Deh ritorna a confolar. Oh me infelice 1 Invano ti ricerco, ti chiamo . . . Io ftefla rintracciarti faprö; Per te animofa efpor potrö Sen®' ombra di timore, A cento colpi, a mille fpade ij core. Che tentate alme fpietate? FUggirö! Voi m’ arreftate ? Inumani, empi, crudeli! Non vi müove il mio dolor ? Ma dov' e F amato bene, Che non ode i miei fofpir? Ah! fquarciatemi le vene, Trucidate quefto petto, Terminate il mio martir. (Jjerr Organift SDlüttev.) Conte. La mano porgimi D’amore ih pegno. Mand. Ecco, fervitevi, Ve la conlegno. « a. Oh ehe cotitento In cor mi fento, Piü dolce giubilo Per me non v’e! I