Di delitto in delitto ognor mi guida/ Ma il rimorfo a che giova ? Dopo un error comedo Ncccflario fi rende ogn’ altro eccedo. IlNochier, che falcia il porto, E difprezza ogni tempeftn, Non fi dolga fé poi refta Affogato al fin nel mar. Darfi in braccio ancor conviene, Qualche volta alla fortuna Ma fovente ancora avviene Ch’ ella porta a naufragar. J[1 Nochier, SCENA VI. Gabinetti Reali. Semiramide, poi Scitalce N o ’l voglio udir. Da queila Reggia Ircano Parta a momenti. Egli perde nel vile Tradimento intraprelò ( Una comparsa-ricevuto V ordine /’ inchina\ e parte.) Ogni ragione all’Imeneo contelò Balla la mia dimora? E fin a quando. ... Tu ancora a tormentarmi Colla fòrte congiuri ? Ah liamo entrambi In gran periglio : io temo . Che Mirteo ci conofca. Rendimi il brando, e poi Eaccia il dettino,