ATTO II. Scie. A Scitalce così? Colpa fi grande Ti lèmbra il mio rifiuto? Sm. Olà t’acchetta, e parti. Scit, Ma qual perfidia è quella 1 ove mi trovo? Nella Reggia d’Affida, ofraidiferti Dell’ inolpita Libia? Eh ! che colà v’ è più idea di dovere, An più fede tra loro .anche le fiere» Voi, che le- mie vicende, Voi, che i miei torti udite Fuggite sì, fuggite, Qui legge non s’intende, Qui fedeltà non v’ è. E puoi tiranno, e puoi Senza roflor mirarmi ? Qual fede avrà per voi Chi non la ferba a me? Voi, che <3cc. S C E N A IV. Semiramide 5 Ire ano, e Mirteo* Sem, /'>onofcerai fra poco VJt che fon pietolà, e non crudel. ; Ire. Perche mi fi contende Il trionfar di Scitalce ? Stm. Chi mai t’intende? Or Tamiri non curi, ed’ or la brami. Mirt. Ma tu 1* ami, o non 1’ ami ? Ire ( a Mirt.e Ire, ) ( a Sem. ) (a Mirt. e Ire.)