3 d ATTO I, ■ Beren. Nonv 1 è per mia difefa altro configlio. (■Berenice fi getta dalle mura entro V-arena ) Ludi. Che veggo? Lue. Ve. Ah Berenice! Beren. Eccomi, o Vologefo, Tua Compagna al fupplicio. Or di tua morte Ne rea, ne fpettatrice Chiamerai Berenice. Volog. Spola deh fuggi. Lue. Ve. Olà cultodi. Ah che fù tardo il cenno. Beren. Ecco la noftra morte. {Efee un Leone.) Volog. Deh fuggiv o Cara. Beren. Io prima - - - Lue. Ve. Ah, che far pollo ? Prendi, . Vologefo, il mio ferro, c ti diffondi. <<?/*getta lajpada.) òemi, Servi, e Cuftodr, Accorrete » fvenatc L’ingorda beftia, e l’Idol mio ferbate. * Ludi. Chcfento! llavio. £ ben Lucilla, . Che ti fembra di Lucio, c del fuo amore. Ludi. Punirò col mio fdegno_ il traditore. Lue. Ve Re de Parti, t’ abbraccio; 3 Col tacermi il tuo grado Folti reo del tuo rilchio. Un cieco oblio Copra gl’ andati eventi, T’offro pace, e perdono E a lei > che ti falvò, falvo ti dono. Beren. Grazie a tanta clemenza. Volog. Ecco il tuo brando, Brando, che pria mi vinfè, ormidiffefà. lue Ve. Dopo tante procelle alfin trovate La calma al voftr’ amor : ( ma v’ ingannate. )