dS UT T Q S CENA VLTIMA Jftblio Coronato,femptiano.CÌHlìa>Mar- x.*a.Elio.J/mmo. C ingetemi'1 crine, Allori del Tebro,’ pii) Roma non fia piangente, rJ'Efangue, Afpctfa di fangue Da ftragi.c mine , Allori, &c. Giul, Sii popoli del tazlo ’ La Tirannide è doma, E viua Publio Imperarordi Roma « P<v».Ed è ben puifto,ò Publio, Il Diad t ma Reale à la tua chioma « E viua Pubi io Imperator di Rema , Elio accenna cdarxÀa t à Vempeian* Zi. Elio maggior Fortuna Da Pempeian non chiede, Seinfua mercè fpofa coftei concede , Zmp. Da la tua delira , Amiro , Riconofco il mio Fato , V’annodi in laccio eterno il Dio bendato l Mar. Prendi l’Alma, e la deftra. Elio adorato I Giul. Mio fpofo. Pemp. mio The foro La t na cohanza, e la tua fede adoro. G ihlf Penfieri graditi. Fermatenialcor . Queft’Alma fefteggia, Iifen mi vezzeggia L’A reiero d’Amor, Penfieri. &c, Il Fine del Drama.