i SECO ^ D 0 ì 4p Pom. Cicli! Numi ! qual volto S'offre à quefte pupille ! G;«.Deh mi® Signor,mio Rege.in aureo foglio,' Man,ch’è nata à l’aratro, Mal può trattar lo fcettro Alo cosi roglio ; Pomp. Elio, £/,Prence ! fei qui ? pomp. Echi è colei, ne’cuiCelefti lumi, Dell’eftinta mia Giulia Brillan viue le faci f Mi, Villanella rapita offerita, e taci Asr.Qucfta infenfata effigie gettando à terra con la claua la ftatuu di Marco Aurelio Imperatore fuo Padre. Cada lacera al luoljEY.Che fia’po. Che veggio! Ant. E ceda ò cara vn marmo Del tuo bel feno à l’alabaftto il foggio Mi, Contro la ftatua iftefla Del Genitor, mio Impetator,condona ? Che dirà il mondo? il Campidoglio 5 il Cielo I Ante Ne dal Ciel, ne dal mondo Antoniao dipende, vn folle padre, Che già varcò di Flegetonte il guado ì I feggi dè Monarchi Non dè occupar fuor da le (ligie riue, po. Empio,E/.Crudel.G/.Eaicia legnar chi viue, A»t. Vieni ò cara col bel piede A calcar queft’aurea fede 3 E ti vegga il Campidoglio pattar dal folco à calpèftaril foglio, pomp. Cieli che fia! £/.Che ofleruo ! Ant. Siluia. pomp Silnia s’appella ! Ant.Siluia non più,ma gran Reina impera De l’Hercole del mondo Onfale alteca , Giù. Da l’alto foglio io darò dunque legoe, Ant. Imponi.li comanda, 550 Oggi il Romano Imper dà tè fi regoe . Antonino q ° ' G ; ul