secondo: 45 Io contemplo riforte Le fembianze di Giulia in sì bel vo'to I Jfm. O die certo ella è Giulia,ò ch’io fon ftolto, Ant. Paila , ò bella, chi fei c Cuti. Di rozo Agricoltor vnica figlia." Ant. O che labra ! ò che ciglia ! Come t’appelli jdìft?. ailuia è il mio nome,' Ant. ( O che guancie ! ò che chiome ! Ant. ( Quella fcielgo per inè, ) lfmeii Jfm, Signor, jtnt. Conduci Coftei dentro la Reggia, Che non deue albergar ftanze romite Chi di gigli, e di rofe Hà le guancie fiorite, dui. Deh mio Signor. Ant. Non pili , £l. Al Celare di Roma Sdegni vbedir? Ant. Così commanda, e vuole L’Imperator del Mondo. „ De l’Hercole Roman farai la Iole Ciul. Cefarc il tuo defio Mi rende per mia folte Holocaufto d’Amor. (per la tua morte, ) Jfm. Oggi fui Trono Augulto La tua ftella t’arride. La ciana prouerai di quello Alcide . Cittì. Quello cor è fortunato. Vuol, ch'io t’ami il nudò Aicrer ’ Sarà Tempre prigiòriier In quel carcere dorato. Quello cor è fortunato. Vuol, ch’io peni il Dio d'Amor. Sarà fempre quello cor Prigionier del cieco alato. Quello cor. SC E-