-SECO ‘li'D 0. ' 37 SCENA IV. intonino. Peremo. Elio.Pompeiano, S Egiii. Dì/che n’auenne ? Difperata,e dolente al fin la vidi Scagliarli dent o il Tebro. Ani.Ahi, che m’vccidi ! Elio,ancora dal Tcbro Publio partì? El. Sin dell’acciar fpogliato Già lo (cacciai da Roma. Vamp. E ciò anco fento ! ► JS/,Oh Dio ! fappi celar il tuo tormento J Ani.Ma chi è coftei, ch’ai manto Setto clima ftranier moftra il natale ì Vomp.Ah barbaro crndel ! El.Cciare Augello, Quella Egizia vagante Con mio llupor difeopre. Sù la rota del Caio Le cieche Sorti, c le vicende hiimane ^ Ant Tanto faggia è coftei ? Dimmi, che ti predice Di Cefare la della ? ttmp.Di Venere f«l monte io ben difeerno, Che idolatralli Donna, Che fedele al conforto Finfc d’amatti, e ti tramò la morte . trèt fe (Mà lattadì la mia nemica forre Ant£ ver . Giulia è coftei. Per.Màl’iufeliCe Per deliino ( cred’io ) del cieco Nume i Perche tcciua morte Col bel fiume del crin, morì in yn fiume, ; Giuli» Signor? ) er, Sì, i JS/.Oh