30 %A T T Q SCENA XXV. Lio, chefuriofamenteglifepara dagli abbracciamenti, Detti. O Là ! tantos'ardifcei 5 Troncate quelli smplelfi. al Tebro in feno Quello fellon fi fcagli Giul.Ah traditore. l'impelano vien condotto vi» da Soldati, Ter, Da lafua morte attrai la vitaò core» Ci«/.Di«mi?pcrchideHe Corthi Augilftc ad Etto, Reggi il freno fourano ?] Per natal? per virtù >E/.Per Pompeiano. Giul. Argo vìgil del Trono, Parla ò crude] chi ti {ollenne al fianco Del Celare Romano ? Fù metto! fù valor i E/.Fù Pompeiano. Giul. De l’Imperol’onor, rifpondi, ò ingrato Da chi fi collocò ne la tua mano ; Da Roma; da Antonin? £/.Da Pompeiano. Giul.E con tai ricompenfa Corrifpondi ai fauori ; £/. Son cagion del fuo Fato i tuoi r igor i. Non doueui eilerfi cruda, Se voleui trouar pietà . Del tuo duol,de la tua Stella, Del tuo pianto, incolpa ò bella La tua fola crudeltà, Non doucui &c. 5CE-