T R 1 M 0. 29 SCENA XXIV. Colle Auentino, à la cui radice fcorre il Fiume Teucre» Pompeiano condotto incatenato dafoldati, doppo Giulia condotta da Perento • D Orine in feno à la Fortuna Il Mortai, che Grande nafee . Perche vn fogno acquifta in Sia Dal natal, ch’hà tra le falce . Così proua ciafcun.che per fua forte (te.’ Nafce ad vn sóno,é torna in sono à tnou- Gi«/.Lsfciami dico.Per. Giulia, ecco adempite •veUt Pom. Le tue brame.Paiw^.Qtii Giulia * Per. In breue d’ora . Si cieda.G;W.Si,non più legarmi il piede, corre à Pompeiano « Peta^.Ah Giulia, Giulia ! intefi Il gencrofo ardir della tua fede , Perdona anima mia Il fttror d’vn m rito. Argo cieco d è cori c Gelofia. Gì ni. I Mioteforo, *bbr* celandoftPomp, f Mio riderò, Paso. Rendiomai gli vltinil baci, Ciul, Ghimc taci, Che mi fucili il cor dal feno , P on$p. M'incateno Al tuo petto Idolo mio. (Dio.' i (... , P. Io vado à morte ) , - a. { Mio ben,mtocor. G , o vengomcno } oh B j SCE-