T E R Z O 67 Voi fate fcempio D’vn Rè d’vn empio, E quello barbaro Rendete ellinto. Fortuna, Stc. SCENA XV. ylnacreonte ,A»a(farco. T V rubelloal mlofcettro ? Tù nern ico al mio Tvono ? E mentre inalzo vna tua figlia al foglio, Armi contro il mio feno, Huoqiovile,plebeo,verme terreno? Anaf.Sì che vnito adOronte,armaila delira. D’elmo aggrauai la fronte P è trarti giù dal loglio, . Mollro drFlegetonte. (inganno AnMiue Oronte(^»«/-Atuo fcorno. \q con A la Parca lo tollì, Delufi Roficlea, e tè ò, Tiranno. An. Ah federato ! ah ioiquo 1 . ■ . Ari-Fù de Numi voler, legge d’Auren. (Così mè incolpo,e faluo Roficlea ■) An. Arrogante, v’hà poco, Che troncar non ti faccia T La temeraria lingua. Anaf. Mira. perche non feppe Corregger tuoi coftumi La recido co’ denti. ed in yendettar Di quella tua minaccia, Prendi,ò Tiran,io te la fputo in faccia - Li fputa la lingua in vifo rteif/t co’ denti. An. Ah facnlego, infame