fx '/ATTO Str. Che patii ? non intendo An. II Genitor mi, concede» la. Vita Ma. rifpettOj mi. vinfe, Nè credei che si fiero Si rendefiè'l martire Str. (Io mi fento languire . }, „An. Hot che 'miroinfelice. „ Le mie perdite amare „ E rifletto, dolente „ Che me dello tradi j,, „ Che m’inuolai le gioie ,. Che perdei , ciò ch’adoro,, „ Moro, mifero moro. £xr. { Ah. traditore J; Di chi tu,non credimi Eflaniroafti'Icore. ). à parte-.. An. Tnche vedi, ò Regina Ch’io fpiro l'alma. , a, lamia: cruda morte,, Deh rimedia fé mi ami? Str. Q che follia !: 10 Prence amarci?-(Pena / \ t rt No hàl’abiflb.mai pariàla mia) * t) Anf. Se il Rè permette a me le nozze tue „ Amar mi puah Str. Non *c ,,Ant. ComenonCafsSèr. Seitemleoncedclfe All’hor l’arbitrio haurei „ E faperlo potrei. Ant. Perdonami, òRegina: y Trafcorfi è vero ; errai, la tua coftanwi 11 rifperto mhnfegna. Amor, non: chiedo*.. Str. f Ahi che mifera forte . ) r à f atte*. An. Chiedo fòlopietàdatta miamorte. Str. Non poffo . Ant.. Nèmen quefta. Puoi concedermi.,, oh. Djo j Str. NÒ perche moro anch’io..,, (Tirati m affi tti Otte mi trafportate ? ),Ant. Amor che finto fc „ Che dici? Str. Nulla. An. Dunque }> Che parli di morir; Str. Tc flefTo actufa, i^Chc