TE R Z 0. 67 Spofarommià Lucinda, Ciò verrà, che ti accerti, e forfè fia Che rifani cosila doglia mia. Sei. Permetti, ch’io ti baci : Lafcia, che al fenti Aringa amaro Figlio Scufa, feufa i trafeorfi, à quai m'indtifle Credula gelolia. Parto contento. Addio ( quanto fri vani» Il tuo folle penfier Fili co infano?J SCENA IX. Antioco» L AiTo, che feci ì oh Dio} Traditor di me fteffo Io m’infidiai la vita, Io mi diedi à le pene, Mendace à danno mio » Lallb che feci ! oh Dioì Per pietà datemi morte, O Stelle difpietate , Voi che la srr girate A danni miei Dcftini si rei Si barbara forte. Per pietà datemi morte-, E fe, che mi neghiate Si picciola pietate E pur perfido Dell’horrido abido Mi s'apran le porte Per pietà datemi morte.