TERZO. 61 ."ErJIo non lo veggio. Sei. Parti Vanne. Laflo in breu’hora Forza èch'Antioco, ò cheSeleuco mora. 1 Z>/. Sfortunaro colui che s’innamora . E»r. Sfortunaro colui che s'innamora ; S’Io credeflì efler amato Io vorrei vn poco amar, Mà temendo efler fprezzato Mi par meglio tralafciar, E Temendo ogn’vn lagnarli E pazzia l'innamorarli . Seguirei l'alato Dio Prigionierd’vna beltà, Se credeflì à piacer mio Ritornar in libertà, Mà Temendo ogn’vn lagnarli E pazzia l’innamorarli. SCENA IV. Atrio. S tratonica. Rubi a. C ombattuta da due venti Nane fono in mezo al Mare E fe luce non appare Che confoli i miei tormenti Ne lo fcoglio del dolore Naufragar io veggio il core. Vuol ragion, ch’eftmgua il foco, MàCupidopiù l’accende, Più m'auueggio, ch’ei m'offende, Quanto più ch’aita inuoco Chiedo pace, etrouoguai RiTanar nonifero mai. B 7 Rub.