SECONDO. SCENA x. Stanze. Silo. Epftrato. S E non rifana il Prence, Per mio fenfo , coijfiglio I Fiiìci del Regno . Mandar tutti in E/l^io , Erf Indifcreto plebeo. Sii. Perche Signore ; Erf Temerario vdij Ciò che diceili. Stl. Piano afcolta il refto Efeiofanan preito Darli in premio ben degno Per li Recipe Puoi Recipe vii Regno , ( Così così raffrenerà lo fdegno. ) Ers. Non v’è quello periglio, Fin che langue l’infermo Non v’è Gioia.ò Teforo, Che bafteuole fia ; Mà rifanato poi tutto s’oblia. Sii. Signor il Prence è folo Men vado à luif vuò prender l’occafione Già,che l’ira fchinai di quel Vecchione. I Ers. Al mortai Fortuna initabile Men fcuero vn dì riuolgi Di tua Rota il corfo laiaile. Non à pena i raggi Porgono Di tua Luce Humana Sorte, Ch’à l’occafo andar li fcorgono . S C E-