S E C O K B 0. ‘ w Fauellato m’hauria, Mà già,che lo conturba il rimirarmi, Ter tempra r il fuo chiolo accerbo, e no Sarà miglior rimedio il partir mio . Str. T) Erche parte Lucinda ? I perch’à lei non parlarti. An. Queft’è la prima forte , Che per tacer prouai. Str. Dunque il Silentio t’è nemico? An. A morte Mi conduce . Str. A qual morte ? Ant. A vna Morte,che lofFro Acciò la Vita,oh Dio,che poi mi refta Non (ìa morte più cruda,e più molefta. Str. (Benché al Prence fia noto, Ch’il fu’Amor m’è palefe,almen non fappis. Che faper Io lo voglia,, E bench’il Core ,, Nerifenta le pene „ Al decoro Reai taccer conuiene } Prencipe loffri dunque Il duolo,cli’è minore : e’1 cor folleua, Rimettendo al maggiore. An. Tu,tu Regina,à cui la pena mia > Ch’Io fopporti;ch’Io tacia;e ti rallembra_j Poifibik,e leggiero Soffrir pena si ria,martir sì fiero ? • Str. Sig.Dd tuo martire Altro già non comprefi , Che quanto da te lìdio à dir n’intefi . Ant. Anco quello m'aggiunge SCENA Vh Antioco. Stratonìcn. Il