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«8 Jl T T O Or. Io per Giouc immortale Cir. Chiedo Prencipi inuitti, Che con ciglio fercno Al rapitor d’Hermiona É’oftefa perdoniate, £ che ciafcu n di voi fi Aringa al feno La fila fida con forte, Quella, che già vi fù Detonata dal Cielo,e dà la Sorte. ©*. Altro non bramo. T. Io di ciò rido: amica Ducimi di non poterti - Nelle gratie, che chiedi A pieno fodisfare ; Moglie non hè,me l‘hà ingiottitail mare .* Cir.Tino t'inganni,dà queft*aure amiche Vital refpiro Andromaca riccue* Viua è tua moglie, c la vedrai qui in breuc. ©i\© fortuna! P. O fuentur al Cì. ) Refte fefpefo.lUf.Io tremo di paura. «CENA XX. Circea. Andromaca, Cirro. Qrefit. Pi Cltfippo. AmicU, Untili*. E Cca Pirro tua moglie Dà gtlofia fpronata, Dal delfino qua feorta Sotto axnefi guerrieri Per l’amor, che ti porta, lo con magica forza Trà ’l furore del Tonde L'hò fottrata alla morte ,■ E alle tue luci ignota, L’introduflì in tua Corte. 3at. S’io non fuggo fon raert%. Or. A fito tempo faprai Come