P R I M O. ^ tf t Nella delira gli aprì picciola piagai Her. Pirro è tuo quello dardo» 'I'ùfolo folli il reo, Che il colpo erralli in faettar Atreov tir .Solleuerò nel duolo fuo collei Onde vieni,chi fei? Pel. Lafcia, ch’io parli ; Fforidea li noma' Quella ò Pirro che vedi à mè (orella;. Nella guerra d’Atreo Tu n’vccidelli ilgenitor cadente, Di Ponto fiamo, & hoggi qui giungemmo Perconfacrarci àtua pietà clemente» Tir. Di pietà degni liete, L'inuolontaria ofFefa Ri fiorerai nella mia Corte ò bella» Her. Pirro per mia donzella Quella infelice accetto. Or. A tue piante m’inchino: ò vago afpetto! Tir. Ambo nella mia Reggia impiego hauretsj TU. Sire grane ti rendo : oli eome Òrelle Sortì bene per tè quella fcìagura, Or. Ladifgratia per mè (i fi ventura. SCENA Q VINTA* Clejtppo. Pillade. C/,/' - ''Learcoin mio mal punto V^; In tè mi fpinfe ad incontrarti ilFatoj Non t’haueffi già mai viflo, ò mirato. Pii. Clelìppo in che t’offefi. Cl. Il bel di Fioridea Amico m’impiagò, Qjund’io meno credea Retlai ferito, e il colpo dir non sèi Il bel di Floridea 'Amico m’impiagò, pii. Gentil fucceflo pur conuicn,ch’io finga: Di beltà più capricciofa Non