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QU I N T O. 75 Ar. Non fo, s’io goder deggia , o pur lagnarmi.) Ni. La vergogna mi opprime, e’1 duol mi accora.) Me. Ericlea, tu compiici La mia felicità. Te a Selinunte Meride umica, e lieto amor vi appjauda. Se. No : che amore in voi ftrinfe un più bel nodo : Èd ingiallo io farei, fe lo fcioglieffi, Me. A te, Signor.,., Di. Quefta fi tronchi ancora Magnanima contefa. In dare il voto, Meride, a favor tuo, tre cori afflitti Mi accuferieno di tiranno, ed empio. Ericlea fia tua fpofà, E a te .,. ( Vo nel mio feno, amor, punirti, Che quali di virtù fpogliafti l’alma.) E a te, Areta gentil, dia Selinunte Qualche compenfo nel tuo rio dolore. Ei fia tuo fpofo. (Invan ne fremi, o core!) Se. Gradifco il dono,- e tu fe m’ami, Areta, A Meride perdona, Ar. Dal tempo, e dal tuo amore avrò il conforto j Ma in fen di figlia or troppo acerbo è’1 duolo. Ni. Ed io fra tanti a fofpirar fon folo. ) Coro. Diamo a te canti, diamo a te onori , O del ciel dono, bella Amiftà. Tu di virtude l’alme innamori, E per te orrori morte non ha. Diamo, &c. Tu