dramma Per Musica, Da Rappresentarsi Nell' Imperial Favoritata, Festeggiandosi Il Felicissimo Giorno Natalizio Della ... Maesta Elisabetta Christina...L'Anno MDCCXXI...Per Commando ... Di Carlo VI. Imperador De'Romani Sempre Augusto
72 ATTO Meride SCENA ULTIMA. Meride in abito da muratore, poi Areta > e i Juddettù .^.Se più tardo gùigneflì, io quel farei. Se. Qjial voce r Me. Eccovi il reo. Ni. Er. Me. Io fono £ Are tu foprdvìene. ) Meride, sì; nè in quelle vili fpoglie Per viver mi celai, ma per morire. Grazie agli Dii: delufo è ’l tradimento. Mela è la mia fama, e tu fei falvo. Ecco, o Re, la mia tefta. Eccola, Areta. Se. Crudeli falvo fon’ io, quando mi uccidi? Perchè non indugiar anco un momento ? Me. Per fempre ei mi rendea vile, ed infame. Se. Va. Lafciami morir. Ten priego ancora. Me. Di viltà vuoi tentarmi? Ah ! fii più giufto. Se. Ciò che niega amiftà, ragion mi dia. Me. Qual ragione aver puoi fu la mia morte? Se. Gran Re, che di giuftizia ognor ti pregj, Per me ancor giufto fii. Spirò col giorno Su la morte, eh’ io chieggo, Di Meride il diritto. Ei venne tardo;