dramma Per Musica, Da Rappresentarsi Nell' Imperial Favoritata, Festeggiandosi Il Felicissimo Giorno Natalizio Della ... Maesta Elisabetta Christina...L'Anno MDCCXXI...Per Commando ... Di Carlo VI. Imperador De'Romani Sempre Augusto
56 ATTO Io tutt’ altro, che oltraggi, Dal tuo amor attendea, Meride mgiulto. In breve a morte andrai. Se al tuo dovere Contraftalfe il mio pianto , e in te volellì A collo del tiro onor deftar pietade, Do farefti per me ? Vattene pure, Ove fede ti ehiama, ove amillade. Ademp| il tuo dover. Vi applaudo anclf io ; Ma in tal deltin tu pur rifpetta il mio. Me. E qual’ altro dover t’impone smore ? Er. Quello di morir tua. Me. Taci. Morendo Forfè mi dai piacer ? Mi rendi vita ? Er. Viver non deggio altrui, fe a te non polla» Me, Vivendo a Selinunte, a me pur vivi. Er. Se mi volevi fua, perchè al fuo braccio Non lafciarne l’onor di meritarmi ? Ti avrei perduto, è ver: d’altro io larei ; Ma la tua morte almen non piangerei, $e. Vedi, fe ingiulta fei. Potea Meride vii darti a l’amico; Noi può Meride forte. Ma chi forte mi fei 1 Chi fvegliò l’ire ? Chi Timocrate uccife? Non di Ericlea l'amor ; non il comando; Ma de l’amico i torti. A me quel colpo Non dei: ma a Selinunte. Ei me prelente, Vendicava Ericlea. Meride il tenne. Che vuoi di più ? Sin quell 1 eltremo addio Dì