dramma Per Musica, Da Rappresentarsi Nell' Imperial Favoritata, Festeggiandosi Il Felicissimo Giorno Natalizio Della ... Maesta Elisabetta Christina...L'Anno MDCCXXI...Per Commando ... Di Carlo VI. Imperador De'Romani Sempre Augusto
16 ATTO Efca il già vinto amor. Chi cede un vago oggetto, ^ Può ben lafciar di amarlo, o più non 1 ama* Amor, &c* SCENA IX. Mende , e Selìnunte. Sei. ]ViEride ingiufto, a che rifiuti ancora Da la man di un’ amico un ben sì caro r Me. Quel ben, che mi abbandoni, è pur tuo voto* Se II perder Ericlea ti faria morte. Me. Cederla a te pofs’io fenza un fofpiro. Se. Muti, e più ardenti haifuoi fopm licore* Me. Credei di amarla primo, e amarla lolo* Il tuo amor mi prevenne ; eal ora il mio Rinrefi, il condannai, gli diedi efiglio. o 11 feci, il feci anch’io. Ma che ? A l’altero Sdegni accrebbe il contrailo , e’1 fe più fiero. Me. Tu confeffi di amarla. Io te la cedo. Se. No. Tua rimanga- Amar io pollo Areta, I cui fofpiri ardenti . . , . r Più d’una volta mi fon giunti al vilo A farmi teftimon de la fua fiamma. _ Me. Non ha prezzo Ericlea , nè tu ami Areta* Se. Meride, quelle gare al fin faranno E tua perdita, e mia. Del nollro amore Sia giudice colei, che in noi l’ha delto.