INTERMEZZO SECONDO, Ah quello è flato certo L’ultimo fùo fofpiro. Se n’ è andata Non v’ è più dubbio; hòfatta la frittata. Oh povera Livietta! Io ti volevo Pur il gran ben ! Benché mi forti ingrata, Io non fui meno amante. Or che la fòrte Mi tornò a favorir, teco averci Tutti divifi li tefori miei ( Livietta fi move. ) Zitto, che non è morta, Avelli almeno Qualche fpirto eccellente per farla rinvenir. Sentito ho a dire, Che 1’ Oro il cor confola, {La tocca con ma forfa di denari.) Vò farne* efperienza. Prendi Livietta sì. prendi cor mio ; Rifioro da queft’ Oro; e vivi - - - . i (rtvitnc.) ; m . Oh Dio! ^ ’ard. 11 prodigio è già fatto. ,iv. Ah dove fono? -’ard. Sei preflò al tuo Cardone. ,iv, Io mi credea nel Regno di Plutone, :ard. Che mai fu , che ti oppreflèf iv Ah fù il dolore ‘ Di vederti - - - Ma dimmi: hai tu perduto Veramente il cervello? Zard. Eh nò mia vita, Fù quefla una malizia, Per fuggire il rigor della Giuflizia, Uv, Ma perche finger meco !