Rodoafpe fon’io, quel cui fcherqifti, Abbandonato il nodo , Steficrea la Germana . Snuda il ferro, che cingi, e le di feruo Fin or vfai la fede . Or, che amico mi vuoi, mori al mio piede, O/. O qualunque tu fei fermati. Car. Dona AlPrencipela vita. Arg. Che fento o Cie 1. Rod. Chi toglie La vittima al mio ferro ? Car. ( Chi d’Italia è Regnante.' Q/I>.Chiègermand’Argimondo • Arg. Quelli O Uri de ? • Rod. Carlo ? Sire. 'Arg. Germano T C ar. Spofo. Tu folli à Stelìcfea ) Rod. Le die la fede. D/.Chi hà regio cor la ferbi > par. Prenda laregai moglie, e ne la Reggia Di Lucimoro, oue a i Tuoi Fati or vìue Confermi il facro nodo. Arg ) ^ ^• e SS' 1 d’ Iberia è Steficrea c - Car. Tanto per or vi balli. Arg. Di due vite reali Dii poni ò fommo Rè. Car. Meco à l’Ifpano Venga Argimondo il Prence, egli fecondi Strano penfief, eh' io volgo. 0f. Io non lontano Ti feguirò. Rod. Da lungi anc’ io farò . Arg. Io tue legi reali efequiro. ftrna lalunn