SS ATTO SCENA XVIII. LVCIMORP, XpDO>AST£ A 1 "'- L R h X*. (O forte)inuitto Sire. "Lue. Il foglio Recarti ad Argimondo ! Ro. Sentito èil regio cenno. tue. Perche quel ferro : ro. L’hebbi Dalla man di quel Prence. Lue. (Dafuanwnf) che farai « Ro. Contro vn petto reai... Che dilli maif) tue.Contro vn petto realf (forfè à coftui Perche a Carlo dia morte . Egliladertraarmò?) ~ Ro. (D’Argimondo la lege io coprirò j) Signor. tue. Balla. Ro. M’impofe A. tue. Si m’c nota La lege di quel Prence . Ro. (Come? ) L«<\ Vibra quel ferro*. Ro. Oh fe (aperte. ) , tue. Saena vn petto reai.yfa tua fe • , _ N . Ro. (Ah regia man non può fuenar,cht e Re.; Luc.{ Ancor fi pigro Ro. Rodoafpe,) L«. E quefta >. Xa fc di feruoJ Ro.{0 cieli!) Lw.Àncor trattura